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MODA E PALLONE | E’ MANILA GRACE L’ALTRO VOLTO DI CARPI
13 May 2015
Dopo Varsavia e Milano, la boutique di Napoli è stata la terza inaugurazione Manila Grace del mese di aprile 2015.
Maurizio Setti condivide con Stefano Bonacini la passione del calcio griffato. Corriere Imprese, allegato del Corriere della Sera – Corriere di Bologna, dedica un focus speciale sul personaggio.
Il calcio griffato Gaudì di Stefano Bonacini non è l’unico esempio di binomio vincente tra moda e pallone a Carpi. A festeggiare la promozione in A, nel 2013, era il Verona di Maurizio Setti, ad del Gruppo Antress Industry spa che produce la griffe Manila Grace nella stessa città.
Maurizio Setti, CEO del Gruppo Antress Industry Spa e presidente dell’Hellas Verona
Com’è iniziata la sua avventura nel mondo della moda, Setti?
«Da autista magazziniere in un’azienda di abbigliamento, la Senso Unico. Avevo 19 anni, amavo la fotografia, ma ho lasciato che restasse una passione. E mi sono buttato
sulla moda».
E come ha iniziato con il calcio?
«Per scherzo. La Dorando Pietri e il Carpi erano in crisi e con alcuni imprenditori amici abbiamo deciso di intervenire per evitare che scomparissero. Uno di questi era Stefano Bonacini, l’attuale patron del Carpi».
Oggi è al Verona come proprietario e presidente. Perché ha scelto di investire nel pallone?
«Perché è lo sport che capisco meglio e che ho praticato una vita. Non potendo più giocarlo, ho deciso di viverlo da dirigente».
Ha scelto di investire in un settore che notoriamente brucia capitali. Non è stato un azzardo?
«Guadagnare con il calcio è difficile, ma se sei bravo puoi gestire un club evitando di perderci. Con il Verona ci sto riuscendo: applico gli stessi criteri di un’azienda classica: costi e ricavi vanno di pari passo. Ho scelto di delegare molto, lasciando la maggior parte dei compiti a professionisti di livello e fiducia. Lotito, invece, dedica più tempo al calcio e riesce ad ottenere risultati economici maggiori. Della Valle, al contrario, dedica più tempo alla sua azienda e nel calcio si trova a spendere molto di più. La mia scelta è sempre stata quella di privilegiare l’azienda di moda».
È più difficile pianificare una stagione calcistica o un campionario di moda?
«Una stagione, senz’ombra di dubbio: una squadra è fatta di uomini, quindi teste, e possono cambiare da un momento all’altro. E poi nel calcio c’è l’incognita del campo:
non ci sono certezze, la domenica».
Nel calcio si è spostato prima a Bologna poi a Verona, perché nella moda ha scelto di restare a Carpi?
«Per il rapporto con la terra, le risorse, le persone. Il nostro è un territorio che sa affrontare i problemi, rialzarsi, evolversi. Ci sono competenze e conoscenze che altrove mancano. Noi abbiamo scelto di restare qui, quando altri
se ne sono andati all’estero, perché crediamo in tutto questo».
Dal terremoto del 2012, come vi siete rialzati?
«All’epoca tutti hanno dato il proprio meglio. Non ci siamo fermati un giorno. La volontà di non mollare è nel DNA della gente di qui. Avevamo consegne, la moda non aspetta. Tiravamo fuori tavoli e scrivanie la mattina e le riponevamo dentro la sera, pur di lavorare e non perdere tempo. Nessuno ha mollato e ce l’abbiamo fatta».
Può partire da Carpi la rivincita del made in Italy?
«Carpi è un piccolo distretto, ma può dare un grande contributo: ha molte aziende evolute, è un territorio sano. Da solo però non può nulla».
Quando sbarcherete negli Stati Uniti?
«Ci stiamo lavorando, speriamo di chiudere certi accordi entro l’anno».
Su quali altri Paesi avete messo gli occhi?
«Nei Paesi arabi, in Russia e in Cina ci siamo già. Africa e India sarebbero mercati interessanti, ma sono da studiare. Sono i paesi che avranno lo sviluppo maggiore nei
prossimi 20 anni».
Assumerete nuovo personale a breve?
«Non smettiamo mai, visto che continuiamo ad aprire negozi. E poi ora con le linee bimba e la pelletteria, aumentano anche i settori».
Qual è il segreto di Antress?
«Alzarsi la mattina e darci dentro con passione».

Al centro Maurizio Setti, CEO di Antress Industry Spa e presidente di Hellas Verona
Al comando con due donne, con oltre 40 boutique monomarca tra Italia ed estero, e dopo le aperture di Berlino, Parigi e Anversa, il made in Italy di Manila Grace si appresta a sbarcare negli Stati Uniti e in Medio Oriente. L’azienda di Maurizio Setti, ceo del Gruppo Antress Industry spa, è nata a Carpi e resterà a Carpi, sua città natale; Setti la dirige in team con Alessia Santi e Sonia De Nisco. Manila Grace è uno dei 4 marchi che fanno grande il distretto tessile modenese (Liu Io, Blumarine e Twin Set) e che potrebbero quotarsi in borsa. Con 200 dipendenti e un network in franchising in continuo sviluppo, Manila Grace è presente all’interno di un migliaio di multibrand store (600 in Italia, 400 all’estero). Accanto alle collezioni donna e bambina, il brand lancerà sul mercato un profumo (a settembre debutterà la prima fragranza femminile) e una collezione dedicata alla pelletteria. Il 2014 si è chiuso in linea con il 2013, a quota 54 milioni di euro e con un export pari al 43% (l’obiettivo per il 2015 è di superare il 50%).

10th Anniversary Party Manila Grace – Palazzo Durini @Milano settembre 2014